Villa Torlonia

Villa Torlonia è una villa di Roma, ed è situata nel quartiere Nomentano. Villa Torlonia è la piu recente delle ville nobiliari romane , conserva un fascino dovuto all’originalità del giardino paesistico all’inglese, e alla ricca, e inaspettata quantità di edifici ed arredi artistici disseminati nel parco.

 La Casina delle Civette, dimora del principe Giovanni Torlonia jr. fino al 1938, anno della sua morte, è il risultato di una serie di trasformazioni e aggiunte apportate alla ottocentesca Capanna Svizzera che, collocata ai bordi del parco e nascosta da una collinetta artificiale, costituiva in origine un luogo d’ evasione rispetto all’ufficialità della residenza principale. Ideata nel 1840 da Giuseppe Jappelli su commissione del principe Alessandro Torlonia, si presentava come un manufatto rustico con paramenti esterni a bugne di tufo ed interno dipinto a tempera ad imitazione di rocce e tavolati di legno

Tempio del Dio Saturno : Il Tempio di Saturno di Villa Torlonia è stato voluto,  a imitazione dei templi antichi, dal duca Alessandro Torlonia nel 1836 e innalzato da Giovan Battista Caretti nel 1838 e ha come modello il Tempio di Esculapio di Antonio Asprucci nel Giardino del Lago. Il frontone presenta una decorazione in terracotta opera di Rinaldo Rinaldi, allievo di Antonio Canova) e ha per tema “L’Allegoria della vita umana e il Tempo che trionfa sulla Gioia, sull’Arte e sulla Cultura”.  Il personaggio al centro della raffigurazione è il Dio del Tempo, cioè Saturno, che regge la falce tra un serpente ed un leone. Ai lati delle figure rappresentanti le quattro Stagioni”.  Ai lati dell’edificio si trovano dei calchi di alcuni altorilievi oggi conservati nel Palazzo dei Conservatori. Sopra il portale è posto un rilievo in terracotta della fine del XVIII secolo che ha per soggetto Bacco che dona la vite; ai lati due maschere teatrali in stucco. Sono andati perduti dei busti che coronavano il timpano. In alcune antiche incisioni davanti al tempio si notano dei tavoli rotondi, forse utilizzati per delle riunioni all’aperto. In effetti lì vicino si trovano due casolari usati anticamente come cucine. È uno degli edifici di Villa Torlonia a dover essere ancora restaurato

Campo da Tornei :

Il campo da tornei si trova tra il Teatro e la Serra Moresca, progettato da Jappelli sul modello medievale, cristiano e in stile richiamante Ludovico Ariosto. Le gradinate per gli spettatori sono in peperino. Su di un lato sono poste tre tende rosso-nere.  Oggi, le tende dei principi sono scomparse, come le figure in ghisa, ma esistevano ancora all’epoca di Benito Mussolini, come testimoniano alcune foto che lo ritraggono in loco mentre gioca a tennis

Villa Ada

Villa Ada è il terzo più grande parco pubblico di Roma ; ospita numerosi edifici neoclassici, tra i quali la villa reale della famiglia Savoia (attualmente in uso alle Legazioni diplomatiche egiziane in Italia), il tempio di flora e la villa di Polissena che possono essere visti gratuitamente. È collocato nella zona settentrionale della città, a nord-ovest della via Salaria, nel quartiere Parioli. Anche se il parco è ormai inserito nel centro abitato di Roma, chi passeggia per Villa Ada ha l’impressione di trovarsi immerso nella natura.

Tempio di Flora di Villa Ada Savoia:

Il Tempo di Flora di Villa Ada Savoia o Coffee-house, è un complesso neoclassico che sorge nelle vicinanze del Casino Pallavicini. Restaurato completamente nel 2000, appare oggi in completa rovina.

Le Scuderie Reali :

Le Scuderie Reali di Villa Savoia sono tre edifici di Villa Ada oggi fatiscenti realizzati per ospitare cavalli e carrozze Savoia che sorgono sul lato destro della strada della villa che da via Salaria porta alla collina delle Cavalle Madri e al Circolo Ippico Cascianese.

Torre Gotica :

Accanto alla Palazzina Reale, si trova la Torre Gotica, in stile neo-medioevale decorata con bifore e beccatelli, che tanto contribuisce a creare un’atmosfera di rovina e nostalgico passato.

Villa Borghese

Nonostante la grande moltitudine di ville e parchi a Roma, possiamo affermare però che nessuna è come Villa Borghese. Denominata grazie alla sua forma “il verde cuore di Roma”, è una delle mete preferite dai romani e dai Turisti, per trascorrere qualche ora all’ insegna del relax. Passeggiando sui grandi viali contornati da alberi secolari talvolta anche rari, tra statue tempi e fontane, l’arte, si unisce alla natura in modo perfetto. Oltre ai posti turisticamente più conosciuti, la villa nasconde una serie di splendide attrazioni segrete è molto particolari, must e vanto per la città come per esempio :l orologio ad acqua; il tempio di Diana; il laghetto Con le sue 9 entrate in villa è molto facile da raggiungere con i mezzi: Prendendo la Metropolitana Linea A Fermate Flamini e/o Spagna Con Gli autobus che attraversano la villa: Linee 88, 95, 490, 495 Vi è anche un autobus interno: Linea 116

Laghetto:

L’area del giardino del lago fu progettata da Antonio Asprucci con la collaborazione di un inglese esperto in giardini: Iacopo Moore. Sul piccolo lago artificiale sorge un tempietto prostilo, tetrastilo e di stile ionico, dedicato ad Esculapio, nelle cui parti laterali figurano gli animali sacri al dio: gufo, gallo e caprone. In un medaglione sulla porta della cella sono rappresentati Ippocrate e Galeno. Sul timpano è raffigurato lo sbarco, avvenuto all’Isola Tiberina nel 291 a.C., del Serpente, simbolo del dio, proveniente da Epidauro. Il tetto è arricchito da acroteri raffiguranti varie divinità. Il tempietto fu realizzato su disegno di Antonio Asprucci e Cristoforo Unterberger e venne costruito tra il 1785 e il 1792. Le due grandi statue di Ninfe sulle film nte scogliere, modellate nel 1787 dallo stuccatore Giovanni Rusca, sono opere di Vincenzo Pacetti e Agostino Penna.

Orologio ad acqua :

Fu Ideato nel 1867 da Giovanni Battista Embriaco, un frate domenicano appassionato di orologi e d’ingegneria. Si ebbe la possibilità ammirare questa meraviglia a Villa Borghese di Roma solo a partire dal 1873. L’opera, si inseriva con armonia nel contesto naturale di Villa Borghese. L’orologio funziona grazie alla presenza dell’acqua che cadendo dall’alto riempie due bacinelle allungate a forma di foglioline (simili a due piatti di una bilancia), in bilico su un perno. Le due bacinelle oscillando attivano il meccanismo che fa girare le lancette segnando così l’ora. Lo scorrere dell’acqua inoltre muove il pendolo e carica la suoneria. Insomma, una vera e propria opera d’ingegneria. Passeggiando per il Parco del Pincio il grande Orologio ad acqua rimane quasi nascosto poiché circondato da una fitta vegetazione fatta di palme, rocce e un piccolo laghetto. Il silenzio, rotto solo dallo scorrere dell’acqua, il ponticello di legno, l’isolotto roccioso e rigoglioso allo stesso tempo su cui si erge l’Orologio, trasportano il visitatore in una dimensione magica, senza tempo; un controsenso se pensiamo all’oggetto di cui stiamo parlando. Questa ambientazione “scrigno” e la torretta contenente il meccanismo, furono  ideate da Giacchino Ersoch in perfetto stile rurale, volto a rievocare la foresta. La sua singolarità, assieme alle pregevoli qualità artistiche e decorative, hanno sempre suscitato l’interesse e la curiosità di turisti e visitatori. Si tratta infatti di un unicum, poiché non ci sono altri esempi di idrocronometro collocati in giardini pubblici. Per anni cadde in disuso e fu vittima dell’azione del tempo e degli agenti atmosferici. La ricostruzione delle parti mancanti e di quelle fatiscenti e la revisione di tutto l’apparato avvenne a partire dal 2004 grazie all’impegno della Scuola di Formazione Professionale del Centro ELIS che tutt’ora ne cura gratuitamente la manutenzione sia ordinaria che straordinaria.

Il Tempio di Diana:

È un piccolo tempietto a forma circolare costituito da un solo colonnato che si trova in Viale della Casina di Raffaello. Il Tempio di Diana, non imponente ma certamente armonioso e poetico, opera architettonica in chiaro stile neoclassico, venne realizzato nell’ anno 1789 dall’ architetto italiano Antonio Asprucci, a seguito di commissione di Marcantonio IV Borghese. Il nome ” Tempio di Diana” trae origine dalla presenza della statua di Diana, dea della caccia, originariamente collocata al centro del tempio, poggiata sul basamento di marmo. La statua di Diana raffigurante la dea nell’ atto di estrarre una freccia dalla sua faretra, venne successivamente restaurata dallo scultore e restauratore italiano Vincenzo Pacetti e conservata presso il celebre Museo del Louvre di Parigi. Ne consegue che attualmente il piccolo tempio è vuoto e conserva al suo interno solo il basamento in marmo. Il Tempio di Diana è a forma circolare; è costituito da otto colonne al di sopra delle quali poggia l’architrave (detto anche epistilio) dove si trova l’antica dicitura in lingua latina: ” NOCTILVCAE · SILVARVM · POTENTI “ ovvero ” Alle potenti luci notturne delle foreste “. Al di sopra dell’architrave vi è il fregio dove sono scolpite diverse decorazioni. Sopra il fregio si trova la cupola sulla cui cima svetta la scultura di una piccola pigna

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